Portale turistico
del Comune della Città di Chiusi

Cosa fare a Chiusi in una giornata

Avendo a disposizione un’intera giornata da dedicare alla visita di Chiusi è possibile godere di tutte e tre le anime della nostra città: quella storico-archeologica, quella naturalistica e quella enogastronomica.

Per iniziare non c’è niente di più piacevole che una lenta passeggiata attraverso le piazze e le vie più caratteristiche del centro storico: via Porsenna, via Petrarca, piazza dell’Olivazzo, via Arunte, Piazza Vittorio Veneto, via Paolozzi, piazza San Francesco, piazza XX Settembre lungo le quali si incontrano importanti palazzi, bellissime chiese, antichi monumenti e splendidi scorci sulla vallata che circonda la città.

Da non perdere assolutamente sono: la cattedrale di San Secondiano, una delle chiese più antiche della Toscana, risalente al VI secolo d.C. Di particolare interesse sono le diciotto colonne romane, tutte diverse fra loro, con capitelli di ordine ionico e corinzio. La navata centrale e l’abside furono dipinte a imitazione del mosaico alla fine del XIX secolo dal pittore senese Arturo Viligiardi, che s’ispirò ai modelli ravennati e a quelli di Santa Maria Maggiore in Roma; la chiesa di San Francesco, con il suo bellissimo chiostro. Due scalinate a doppia rampa permettono di raggiungere gli ingressi della chiesa costruita nel corso del XIII secolo. All’interno sono conservati pregevoli affreschi e tele databili tra il XVI e il XVIII secolo e un crocifisso ligneo della seconda metà del Quattrocento; la piazza XX settembre e i palazzi storici di via Porsenna, con il suo centro commerciale naturale.
Assaporata la magica atmosfera che si respira per i vicoli del centro storico, arriva il momento di immergersi nella storia della civiltà che ha fatto di Chiusi una delle città più ricche e importanti dell’antichità, la civiltà etrusca.

I tre musei cittadini sono a breve distanza uno dall’altro ed ognuno ci mostra una parte dell’enorme patrimonio che gli Etruschi prima e Romani, comunità cristiana e Longobardi poi ci hanno lasciato.
Il Museo Nazionale Etrusco è uno dei più importanti in Italia per la conoscenza della civiltà Etrusca in tutto l’arco del suo sviluppo. La collezione presenta pezzi di grande pregio, con oggetti che vanno dal periodo dell’età del bronzo fino ai Longobardi.
Il museo della cattedrale la cui esposizione è suddivisa in quattro sezioni che raccolgono materiali di grande valore, di epoca paleocristiana, medievale e moderna. La fama del museo è legata soprattutto alla splendida collezione di Codici Miniati Benedettini, della seconda metà del XV secolo, provenienti dall’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Con lo stesso biglietto del museo si accede anche al Labirinto di Porsenna, un tratto dell’antico sistema idraulico etrusco che si snoda sotto la città fino a giungere ad una imponente cisterna romana e terminare sulla torre campanaria; il percorso è visitabile solo con visite guidate.

Il museo civico – la città sotterranea dove è esposta la collezione epigrafica etrusca più grande al mondo che conta circa 300 urne e 200 tegole tombali e attraverso un grande pozzo è possibile godere della suggestiva veduta sul famoso laghetto sotterraneo.
Ma non finisce qui… Uscendo dal centro storico si possono visitare le tombe etrusche della necropoli di Poggio Renzo: la Tomba della Pellegrina, che rappresenta un esempio particolarmente significativo di sepoltura familiare di fine IV – II secolo a.C. Scavata nell’arenaria, presenta un lungo corridoio nel quale si aprono quattro nicchie e tre camere di differenti dimensioni. All’interno conserva ancora gran parte delle urne e dei sarcofagi delle originarie diciassette sepolture; la tomba del Leone e la Tomba della Scimmia Databile all’inizio V secolo a.C. e scoperta nel 1846 da Alessandro François, è la tomba più conosciuta delle necropoli chiusine. Nelle pitture che decorano le pareti del vestibolo sono rappresentati giochi funebri con corsa di bighe, esibizioni di acrobati, pugilatori, lottatori, attori, danzatori e suonatori di flauto, a cui assiste la defunta riparata dal suo ombrellino. Legata a un cespuglio si vede la scimmia da cui deriva il nome della tomba.
Su prenotazione è possibile visitare anche la tomba del Colle e la catacomba di Santa Mustiola un cimitero paleocristiano si sviluppa per oltre duecento metri all’interno di gallerie, dove la maggior parte delle sepolture trova posto in nicchie di forma arcuata, ciascuna con due o tre deposizioni chiuse da tegole e coppi.

Tra una visita e l’altra o al termine di una giornata dedicata ad arte, archeologia e storia, la meta ideale è il lago di Chiusi dove è possibile immergersi in una natura incontaminata e rilassante. Il lago occupa un posto di spicco nel settore ambientale, sia per i numerosi pesci che popolano le sue acque, che per la varietà delle piante lacustri, ma soprattutto per la presenza di molti uccelli, migratori e stanziali, anche di specie rare e protette: un vero paradiso per gli amanti della natura e del birdwatching.
Infine un paio di suggerimenti di tipo culinario da provare nei ristoranti cittadini:

  • i pici; una pasta fatta a mano di forma simile ad un grosso spaghetto irregolare;
  • la chianina; tagli di carne pregiata di una particolare razza di bovino autoctono noto anche come “gigante bianco”;
  • il brustico; piatto a base di pesce di lago, cotto sulla fiamma viva di canna lacustre, sfilettato e servito con olio, sale, pepe e limone che viene proposto come antipasto o secondo piatto nei ristoranti sulle sponde del lago di Chiusi.

E non dimenticate di condire tutto con olio extravergine d’oliva locale, in particolare quello della “minuta” chiusina e di abbinare le pietanze ai vini rossi, bianchi e rosati del territorio che si sposano perfettamente con questi piatti.

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